Cosa può restare mai di un breve viaggio! Se le nuove tecnologie non ci avessero portato via le diapositive, avremmo potuto, al caldo del fuoco di un camino, tra una castagna e l’altra, riguardare le immagini di questi intensi giorni in Portogallo… La scelta più difficile, che ci avrebbe preso tempo, che ci avrebbe fatto, magari, anche discutere… sarebbe stata su quali... Già quali sono gli scatti giusti per trasmettere a chi non c’era quello che i nostri occhi hanno visto. Ma anche per noi, per rivedere e ricordare, cosa mettiamo nella scaletta, per provare quello struggimento che loro chiamano “Saudade”…? La GENTILEZZA dei Portoghesi, così marcata da sembrare ostentata, ogni volta che pronunciavano, con un filo di voce, quasi sottomessi, “Obrigado, Obrigada …” Una gentilezza che mette soggezione. Il VENTO dell’Oceano, carico di profumo di mare, così forte da provocare fastidio, così intenso da saturare i sensi e farti sentire parte di tutto ciò che ti circonda. Il RUMORE dell’Oceano
L'isola vista dal promontorio è un'arazzo che la natura e l'uomo hanno tessuto a quattro mani lungo un tempo infinito guidati, forse, più dal caso che dalla ragione. Nella preziosa trama di questo racconto vivente i boschi dominano la scena: sono i riccioli scomposti sulle cime delle alture che si elevano tenaci dal mare, i ruvidi maglioni fatti dalla nonna che proteggono le loro robuste spalle dagli artigli di nuvole plumbee, i calzari che ornano le scogliere, eterne compagne di gioco delle onde. Su questo sfondo che respira senza sosta al ritmo della brezza salmastra, altezzose ville fanno bella mostra di sé in bilico su strapiombi, civilizzati uliveti ammiccano a selvaggi mantelli di macchia mediterranea, lettini e ombrelloni attendono la fine della stagione mantenendo obbedienti le geometriche posizioni a loro affidate su piccole falci di rena rosa, soffici resti di antichi contrafforti di granito. Qua e là, la poesia è punteggiata da piccole concessioni all'utilit