Passa ai contenuti principali

Post

Destinazione "Gran” Paradiso

“Io mi prenderò il mio posto e tu seduta lì al mio fianco mi dirai, destinazione Paradiso. Paradiso Città” Per la Religione Cattolica il Paradiso è la felicità suprema e definitiva, e allora liberate la fantasia, scatenate l’immaginazione e provate a pensare a cosa potrà essere mai, il Gran Paradiso!?!   E’ un luogo dove, a conferma del nome, le dimensioni e le quantità hanno un senso, dove è naturale incontrare la serenità e la felicità. No, non quella suprema e definitiva, ma certamente ci andiamo vicini. E’ un luogo dove sono grandi le maestose montagne, immensi gli spazi aperti, tanto da darti il capogiro, infinite le verdi foreste di larici e abeti. Un luogo che ti costringe a confrontarti con la Natura, dove l’umanità umilmente deve adeguarsi alla grandezza e alla sua, superiore, potenza, alle spietate regole della Montagna.   “… la Montagna è superiore. Più tu sali, più è superiore” cit. Tutta colpa del Paradiso di Francesco Nuti   Un passo dietro l’altro, il Gran...
Post recenti

Il tappeto magico

È domenica mattina e sono le 8.30, perfetta definizione di "né presto né tardi", una specie di terra di nessuno tra le lancette dell'orologio. Parcheggio lo scooter davanti alla pieve di San Donato in Poggio, mi sfilo il casco e mi godo in tutta tranquillità quel particolare tipo di leggerezza che solo il giungere un po' in anticipo sa regalarti.  Il mio sguardo spazia tra olivi gravidi e vigneti che ricordano greggi appena tosati. L'aria è dolce e frizzante insieme. Le stagioni non si avvicendano nel tal giorno come ci dicono a scuola, ma si prendono il loro tempo - le cose da fare sono tante e vanno fatte per bene - e durante questo tempo regnano insieme, come raccontano bene  le fragranze che respiro in questo preciso momento.  D'un tratto, il cielo dietro la pieve s'infittisce di nuvoloni scuri e minacciosi. Ci sarebbe quasi da aver paura se non fossero così belli; loro probabilmente non lo sanno, ma paiono proprio usciti da un quadro del Giorgione. S...

Undici autori in cerca di personaggi sul sentiero ...

Una finestra incantevole sul Chianti, il filtro della luce del tramonto a smussare tutti gli spigoli (anche quelli di dentro) ed il vetro trasparente dei calici: è stata questa la cornice dell’esibizione, appassionata e naif, di un gruppo di dilettanti. Lo scorso ottobre, Andrea Fabbri (un milanese pazzo che ha mollato ribalta tecnologica e successo metropolitano, per venire a vivere nella campagna toscana) ha coinvolto alcuni volenterosi del Gruppo di Trekking Camminando a Quercegrossa in un esperimento di condivisione e scoperta di sé. Undici sagome anonime, che fino ad allora si erano soltanto incrociate nei sentieri, hanno preso reciprocamente rilievo: i contorni di ognuno di noi sono schizzati in una dimensione tridimensionale, che ci ha stupito.   “Ma guarda Andrea T.: com’è intenso …”  “Magnifica quell’ironia sorniona di Barbara!”  “La maschera di Giuseppe è straordinaria ...!”  “Lorenza è vulcanica: ma come fa??”  “Monica: che classe … e che fa...

La formula magica

Poche parole oggi, una semplice considerazione che, come spesso avviene per certe esperienze dirette, tende a farsi, non senza una certa pacata ma ferma presunzione, consiglio per il prossimo. Sei un accompagnatore? Hai in mente di organizzare un'escursione ma hai paura che il solleone e il dislivello si alleino per remarti contro e facciano tentennare anche i soci più motivati? Non temere. Devi solo tenere conto di una formula, tanto semplice quanto efficace. Te la passo volentieri: non importa quanto grande sia la somma dei due addendi a destra, tu devi solo garantire che il prodotto a sinistra sia maggiore e il gioco è fatto!  Oggi ha funzionato, eccome se ha funzionato! AF  

Primavera

Stringo i lacci delle scarpe, mi alzo, faccio qualche passo per sentire se sono “uguali”. No, non sono proprio “uguali”, la destra è più molle. Mi fermo e la stringo di nuovo, un pochino di più questa volta. Altri tre passi: ora sì che vanno bene. Tocca ai bastoncini ora. Allungare i bastoncini “uguali” è un’operazione decisamente più semplice, ci sono sopra le misure stampate in chiaro, non si può sbagliare. Ciò nonostante, li affianco e verifico, così, giusto per essere sicuro. Mentre le mie ottuse misurazioni procedono minuziose come sempre il parcheggio si riempie un poco alla volta. Dalle auto scendono visi noti e meno noti; tutti sfoderano l’inconfondibile sorriso del camminatore alla partenza. Come la luce, il sorriso del camminatore alla partenza è un insieme di vari colori: dentro c’è la quieta trepidazione per la passeggiata, specie se il percorso è nuovo, ci sono gli aromi della colazione che, ancora in circolo, alimentano il buon umore, c’è la lieta sorpresa di scorgere qua...

Un'impronta sull’Oceano

Cosa può restare mai di un breve viaggio! Se le nuove tecnologie non ci avessero portato via le diapositive, avremmo potuto, al caldo del fuoco di un camino, tra una castagna e l’altra, riguardare le immagini di questi intensi giorni in Portogallo… La scelta più difficile, che ci avrebbe preso tempo, che ci avrebbe fatto, magari, anche discutere… sarebbe stata su quali... Già quali sono gli scatti giusti per trasmettere a chi non c’era quello che i nostri occhi hanno visto. Ma anche per noi, per rivedere e ricordare, cosa mettiamo nella scaletta, per provare quello struggimento che loro chiamano “Saudade”…?  La GENTILEZZA dei Portoghesi, così marcata da sembrare ostentata, ogni volta che pronunciavano, con un filo di voce, quasi sottomessi, “Obrigado, Obrigada …” Una gentilezza che mette soggezione. Il VENTO dell’Oceano, carico di profumo di mare, così forte da provocare fastidio, così intenso da saturare i sensi e farti sentire parte di tutto ciò che ti circonda. Il RUMORE dell’Oc...

Planando

L'isola vista dal promontorio è un'arazzo che la natura e l'uomo hanno tessuto a quattro mani lungo un tempo infinito guidati, forse, più dal caso che dalla ragione. Nella preziosa trama di questo racconto vivente i boschi dominano la scena: sono i riccioli scomposti sulle cime delle alture che si elevano tenaci dal mare, i ruvidi maglioni fatti dalla nonna che proteggono le loro robuste spalle dagli artigli di nuvole plumbee, i calzari che ornano le scogliere, eterne compagne di gioco delle onde. Su questo sfondo che respira senza sosta al ritmo della brezza salmastra, altezzose ville fanno bella mostra di sé in bilico su strapiombi, civilizzati uliveti ammiccano a selvaggi mantelli di macchia mediterranea, lettini e ombrelloni attendono la fine della stagione mantenendo obbedienti le geometriche posizioni a loro affidate su piccole falci di rena rosa, soffici resti di antichi contrafforti di granito. Qua e là, la poesia è punteggiata da piccole concessioni all'utilit...