Oggi Chianti.
Non è l’agenda di un alcolista dal palato fino, è il programma odierno di Camminando. “Camminando”, così ormai mi viene da chiamare questo gruppo, e sono contento di questa spontanea confidenza, vuol dire che ormai gli do del tu, che sento di farne parte per davvero.
La partenza è tra Castellina e San Donato, in un punto panoramico al lato di una strada che la bicicletta mi ha reso familiare. Il percorso si snoderà nelle campagne che si allungano a nord ovest, verso Panzano. Il cielo sopra di noi è bello, ma l’orizzonte è fosco, quasi corrucciato, come la fronte di uno pieno di pensieri. Gli zaini sono tutti in spalla, i bastoncini allungati, le scarpe allacciate come si deve, ma non si parte; bisogna aspettare qualcuno che si è perso tra Quercegrossa e qui. Mauro prende la parola e come un dj navigato riempie il buco nella programmazione. In cuor mio ringrazio i ritardatari perché ricordano alla mia ottusa compulsività che almeno nei giorni di festa all’orologio è bene guardare come ad un bambino piccolo, sempre pronti all’imprevisto.
Dopo pochi minuti di cammino entriamo nella Tenuta di Ricavo. Bruno ci racconta una bella storia di uomini che, proprio in questo luogo, hanno aiutato altri uomini in momenti bui della loro vita. Proseguiamo oltre, alternando strade sterrate a sentieri. I pendii sono gentili oggi, un po’ come il sole, che ci spia da dietro le tende. L’assenza di salite importanti lascia a disposizione del gruppo tutta la scorta di fiato e il chiacchiericcio serpeggia libero e allegro tra le campagne. I “gruppi di chiacchiera” sono estremamente variabili, quasi liquidi, si formano e disfano in continuazione: ci sono i camminatori "fiore” che proseguono regolari e camminatori “ape” che svolazzano da un “fiore” all’altro per scambiare con loro il proprio stato d’animo. È a questo punto che se prendi ad oscillare come un pendolo tra la testa e la coda del gruppo puoi rubare pezzi di frasi e farci una coloratissima collana: in pochi passi ci puoi infilare le aspettative per Milan Napoli e la ricetta definitiva dell’arrosto di tacchino, il resoconto di una vacanza e i consigli per una brava manicure, i progetti per la Pasqua imminente e la soddisfazione per l’andamento delle elezioni di Camminando. Puoi perfino assistere in diretta al momento in cui due persone fanno conoscenza tra loro, qui, sulle colline del Chianti, a più di 7000 chilometri di distanza dal loro luogo di origine: magia.
Non sono l’unico a oscillare però; c’è anche Ettore che ogni tanto si agita e strattona
deciso il guinzaglio; che abbia sentito odore di Achille?
Poi, puntuale, si diffonde la febbre. Ogni stagione ha la sua febbre e di questi tempi la variante dominante è quella dell'asparago. La coda del gruppo si allunga, alcuni camminatori secondo regole ferree (anche se non scritte) si spartiscono i lati del sentiero, i loro sguardi, rivolti rigorosamente a terra, si tramutano in scanner, le loro mani pronte a scattare, come pistoleri di un film di Sergio Leone. Non è una gara, almeno non ufficialmente (anche perché con Clint Gianfranco Eastwood in circolazione si lotterebbe al massimo per il secondo posto), ma gli somiglia molto. Quando tutti i mazzetti hanno raggiunto un diametro che garantisce almeno una frittatina la febbre si placa e il gruppo si ricompatta.
Arriva il momento della pausa, antropologicamente sempre molto interessante. In questa manciata di minuti si può giocare a: “trova modi di dividere l’umanità in due”. Qualche esempio:
L’umanità si divide in chi fa la pausa in piedi e chi seduto.
L’umanità si divide in chi mangia le barrette e chi “naturale”.
L’umanità si divide in chi ha tenuto la pipì fino a qui e chi l'ha fatta lungo la strada.
L’umanità si divide in chi quando si riparte piglia tutto e chi dimentica qualcosa.
Dopo la pausa - a proposito, io ho mangiato una barretta seduto subito dopo aver fatto la pipì - si riprende il cammino, dando di tanto in tanto un’occhiata dove l’orizzonte s’è fatto scuro scuro, quasi volesse per una volta dare ragione alle previsioni. Le prime timide gocce si fanno vive solo quando siamo già alle auto: che grande il Minucci, aveva previsto anche questo. Ci si lancia saluti e auguri, domenica prossima è Pasqua, poi tutti a casa a mangiare. In realtà, avevo deciso di premiarmi - in tutta onestà, senza motivo - con una sosta in trattoria e resto fedele al piano: oggi Chianti!
AF
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