Komorebi è una parole giapponese il cui significato può essere approssimativamente tradotto con "luce del sole che filtra tra gli alberi".

Ecco, questa mattina mi sono sentito un po' come quella luce, lo stesso determinato desiderio di guardarmi intorno, di intrufolare il mio sguardo in tutto ciò che mi circondava, un desiderio intenso, che la bellezza degli scorci rendeva a tratti avido, ma al tempo stesso, proprio come il sole nell'attimo in cui fa capolino da dietro l'orizzonte, timido, sospeso, quasi fosse un ospite che sa di presentarsi inaspettato ad un orario inusuale.
Ad un tratto, un gregge di nuvole attraversa il cielo sopra di noi, quasi a volersi fare beffe dei metereologi che questa volta non le avevano annunciate. Non sono molte e non hanno un'aria minacciosa, anzi; paiono essere venute anche loro per imbellettarsi con la luce del sole che, generoso, senza fiatare le tinge di poesia.
E dopo essersi ammantate di luce e, non senza una certa civettuola vanità, esibite in qualche volteggio proprio davanti ai nostri sguardi, veloci e silenziose come erano venute, sono scomparse.
I chilometri scorrono leggeri sotto i nostri passi, il percorso di oggi è agevole, fatto soprattutto di lunghe e gentili discese, di amichevoli tratti piani e, quando metà escursione è gia alle nostre spalle, di brevi e innocue salite, minuscoli affanni buoni solo per convincerci di esserci guadagnati il ristoro che ci aspetta in quel di Monteaperti. A lungo la strada percorre il crinale donandoci panorami che così sembrano non finire mai. Per lo stesso motivo però, anche noi siamo sempre visibili; lo sa bene Siena che con un che di materno da laggiù non ci toglie gli occhi di dosso.
Ai piedi del Cippo, ascoltiamo i pochi frammenti che la storia ci ha lasciato sulla Battaglia prima di incamminarci verso il punto di arrivo.
A Pievasciata saluto i compagni di viaggio, salgo in macchina e mentre sento consolidarsi l'antica amicizia tra la mia schiena e l'anziano ma ancora comodo sedile alzo lo sguardo e lì, tra le fronde del leccio che regala preziosa ombra intorno al suo fusto rugoso, la luce del sole filtra garbata e curiosa tra le sue foglie fino ad illuminarmi il viso. Komorebi.
AF
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