Passa ai contenuti principali

Energia pulita

Ed eccomi a casa, appena rientrato da una importantissima missione: pulire il Mondo!
Ad essere onesti, nella realtà io mi sono limitato ad accompagnare ventuno giovanissimi supereroi che, loro sì, hanno portato a termine la missione con una dedizione a dir poco travolgente.
Dopo la breve presentazione di Mauro che a scuola ha elencato i differenti tipi di rifiuti e i relativi tempi di degradazione nell'ambiente, la squadra è uscita in paese armata di guanti, sacchetti e di un'inesauribile energia, l'elemento decisivo.
Non appena è stato dato il via alla caccia e il piccolo plotone si è impossessato dei lati della strada, per i rifiuti non c'è stato scampo. 
Avete presente quei grandi formicai perennemente circondati da nugoli di operaie indaffaratissime, ognuna con un prezioso nonsoché tra le zampine da portare senza indugio in posto preciso? Ecco, è proprio così che si sono trasformate le vie di Quercegrossa adiacenti la scuola elementare. Con una differenza però: le formiche sono star del cinema muto, i nostri eroi no, decisamente e allegramente no, e la radiocronaca della caccia è fragorosa e ininterrotta.
"Sigarettaaaaa!"
"Quiii! Carta!"
"Estathéééé!"
"Aquilaaaa!". Evidentemente il nome di una delle squadre in cui è diviso il plotone.
Dopo ogni annuncio di ritrovamento l'incaricato al sacchetto si avvicina prontamente, i lembi già aperti il giusto, perfettamente tarati sulle misure del rifiuto. Una manovra che oscilla tra l'efficienza di un cambio gomme di formula 1 e la poesia di una danza.
Pochi attimi di febbrile silenzio poi, improvvisamente: "BOTTIGLIA DI PLASTICA!!!"
Quaranta occhi si girano di scatto verso il nuovo entusiasmante bottino. I cercatori di rifiuti sono un po' come i pescatori, anche per loro, per una regola universale non scritta, le dimensioni della preda ne determinano il valore, e mentre reggi il prezioso ritrovamento, più distanza c'è tra le tue manine e più grande è la soddisfazione. La luce negli occhi del pescatore con la bottiglia in mano la racconta tutta quella soddisfazione, e il suo sorriso per un attimo illumina il sacchetto tenuto aperto dall'amico fidato.
Ma non c'è tempo per dormire sugli allori.
"ReeeedBuuuullll!!!"
"Si beve!" Fa eco un cacciatore che non rinuncia ad un po' di umorismo sul lavoro.
"Sigarettaaaaa!"
"BOTTIGLIA DI VETRO!! Là, là in fondo, non ci arrivo!!! No, l'ho vista prima IO!!!"
"Patatine!"
"Sigarettaaaaa!" (ma quanto sporcano certi fumatori!)
"E questo cos'è!!!" grida il piccolo cacciatore tanto sicuro che la quella cosa rossa e azzurra e un po' attorcigliata vada raccolta quanto incerto sul nome da attribuirgli. Ma la missione è chiara, siamo qui innanzitutto per pulire e lo strano ritrovamento, anche se anonimo, finisce nel sacchetto al pari degli altri.
Risaliamo verso la scuola, il tempo è passato in fretta. I sacchetti sono gonfi di rifiuti e i giovani pulitori del mondo si guardano soddisfatti.
Sono stati meravigliosi. 
Che straripante, contagiosa, costruttiva energia!

AF

Commenti

Post popolari in questo blog

Komorebi

Komorebi è una parole giapponese il cui significato può essere approssimativamente tradotto con "luce del sole che filtra tra gli alberi".   Ecco, questa mattina mi sono sentito un po' come quella luce, lo stesso determinato desiderio di guardarmi intorno, di intrufolare il mio sguardo in tutto ciò che mi circondava, un desiderio intenso, che la bellezza degli scorci rendeva a tratti avido, ma al tempo stesso, proprio come il sole nell'attimo in cui fa capolino da dietro l'orizzonte,  timido, sospeso, quasi fosse un ospite che sa di presentarsi inaspettato ad un orario inusuale. E così, trattenendo il mio sguardo entro i limiti del garbo che il mio status di ospite imponeva, ho potuto spiare le vigne mentre si svegliavano. Niente a che vedere con noi umani le vigne quando si svegliano: ordinate, perfette, senza bisogno di pettine né di trucco, pronte all'appuntamento con il sole che non a caso quando bacia ha una preferenza per i belli.   Più in là, dove i pro...

Abruzzo - agosto 2024

Siamo tornati in Abruzzo, pronti ad assaporare cose viste e conosciute. Il viaggio è lungo, strade tortuose, paesi arroccati, sospesi. Nello spazio e nel tempo. Arriviamo a destinazione come i velocisti nei tapponi di Montagna, appena entro il tempo massimo. Maurizio ci aspetta, ci aiuta a raggiungere l’albergo. Il mattino dopo ci aspetta l’escursione più difficile. Il tempo della cena, Zuppa di Fagioli e Orapi (dovrebbe suonare tipo “zup’e de Fasol’e cull’orap’e) e Arrosticini di Benvenuto e subito dobbiamo affrontare il “grave” problema del pranzo al sacco. A Civitella Alfedena il pane arriva due volte a settimana!! Si risolve, partiamo un po’ più tardi. Diamo le radioline agli accompagnatori, e alla Guida, Maurizio. Lui la guarda perplesso. Si parte. La salita, appena usciti dal Paese, è subito ardua. Il gruppo si muove al solito in fila indiana. Le soste per fortuna sono frequenti e ben gestite da Maurizio che ad ogni fermata racconta… Ma non usa la Radio!! NON SI SENTE!!?!! IN FON...