È domenica mattina e sono le 8.30, perfetta definizione di "né presto né tardi", una specie di terra di nessuno tra le lancette dell'orologio. Parcheggio lo scooter davanti alla pieve di San Donato in Poggio, mi sfilo il casco e mi godo in tutta tranquillità quel particolare tipo di leggerezza che solo il giungere un po' in anticipo sa regalarti.
Il mio sguardo spazia tra olivi gravidi e vigneti che ricordano greggi appena tosati. L'aria è dolce e frizzante insieme. Le stagioni non si avvicendano nel tal giorno come ci dicono a scuola, ma si prendono il loro tempo - le cose da fare sono tante e vanno fatte per bene - e durante questo tempo regnano insieme, come raccontano bene le fragranze che respiro in questo preciso momento.
D'un tratto, il cielo dietro la pieve s'infittisce di nuvoloni scuri e minacciosi. Ci sarebbe quasi da aver paura se non fossero così belli; loro probabilmente non lo sanno, ma paiono proprio usciti da un quadro del Giorgione. Sarei comunque tentato di mostrargli il cellulare proprio sulla schermata che dice che oggi non pioverà: che ci fate lì, non vi hanno avvisato che non siete invitati? Perché voi non siete invitati, vero?
Una dopo l'altra, le auto dei camminatori si allineano nel parcheggio e ancora una volta assisto al piccolo miracolo della nascita di un'escursione.
È proprio questo il momento in cui alla trama e all'ordito preparato dagli organizzatori i camminatori annodano i loro fili colorati: sorrisi, pillole di vita recente da scambiare con amici ritrovati, mani che si tendono per presentarsi ai nuovi soci, battute, consigli, provvidenziali accessori prestati al socio che si incanta davanti ai nuvoloni neri ma lascia ombrello e cappello a casa e molto altro ancora.
La voglia di camminare insieme che ognuno ha portato con sé si dipana tutt'intorno e si intreccia con quella degli altri. Bastano pochi minuti ed un nuovo variopinto tappeto viene magicamente tessuto, pronto a volare su strade e sentieri, in salita e in discesa, tra boschi e radure, sotto la pioggia ed il sole, affidabile e resistente fino all'arrivo.
E lì, dopo un'ultima manciata di sorrisi i fili colorati si congedano, ma solo in attesa della prossima magia.

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