Una finestra incantevole sul Chianti, il filtro della luce del tramonto a smussare tutti gli spigoli (anche quelli di dentro) ed il vetro trasparente dei calici: è stata questa la cornice dell’esibizione, appassionata e naif, di un gruppo di dilettanti. Lo scorso ottobre, Andrea Fabbri (un milanese pazzo che ha mollato ribalta tecnologica e successo metropolitano, per venire a vivere nella campagna toscana) ha coinvolto alcuni volenterosi del Gruppo di Trekking Camminando a Quercegrossa in un esperimento di condivisione e scoperta di sé. Undici sagome anonime, che fino ad allora si erano soltanto incrociate nei sentieri, hanno preso reciprocamente rilievo: i contorni di ognuno di noi sono schizzati in una dimensione tridimensionale, che ci ha stupito. “Ma guarda Andrea T.: com’è intenso …” “Magnifica quell’ironia sorniona di Barbara!” “La maschera di Giuseppe è straordinaria ...!” “Lorenza è vulcanica: ma come fa??” “Monica: che classe … e che fa...